DataAncora parliamo di Digital Divide?

dotmug8 anni ago6 min

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“Digital dividends” è il rapporto 2016 della World Bank che analizza con chiarezza tutte le implicazioni relative alla diffusione della connessione internet a livello mondiale.

Il mercato è in continua espansione, ma emergono dei dati preoccupanti riguardo l’accesso alla rete. Il digital divide è la realtà dominante. È ancora troppo ampio il gap che intercorre fra chi può servirsi di tecnologie dell’informazione e chi ne è totalmente escluso.

Digital divide: i dati

Circa il 40% della popolazione mondiale ha accesso a internet, sottolinea Jim Jong Kim presidente del World Bank Group. Ma questo significa che il 60% è offline.

Il caso più eclatante è l’India, nazione in cui più dell’80% della popolazione non naviga. In Cina la percentuale è minore, ma il numero di individui è comunque impressionante: 755 milioni.

Le cifre non raccontano solo una differenza da Paese a Paese. Il digital divide è un fenomeno che mette in evidenza anche le disuguaglianze sociali. In Africa la media di persone che accedono a internet tocca massimo il 23%. Ma ci sono sostanziali differenze per situazione economica, età, ubicazione, sesso. Le donne che riescono a navigare in rete sono davvero poche, circa il 12%.

Google e Facebook: da Project loon a Free basic

Bisogna correre ai ripari. Google lo sta facendo, con Project loon un programma per la diffusione della rete gratuita in tutto il mondo. Hanno inventato in sistema di palloni aerostatici in grado di viaggiare nella stratosfera e funzionare da rimbalzo per il segnale. Un’idea che sembra migliore di quella di Zuckerberg, che offre in India con “Free Basic” il collegamento gratuito a siti di pubblica utilità, includendo chiaramente Facebook e minando così il principio di neutralità della rete.

Out of Africa - World press 2014

Digital divide, l’ostacolo da abbattere

Perché il digital divide è ancora così esteso? Di certo bisogna parlare di mancanza di mezzi, sia da parte delle istituzioni che da parte dei cittadini. Ma non si tratta solo di questo. Purtroppo la questione riguarda anche la diffusione dell’analfabetismo, ancora molto esteso, e la carenza di minime competenze necessarie per l’accesso al web. Bisogna poi tenere in considerazione che in molti Paesi mancano addirittura i contenuti in lingua locale. Discorso a parte andrebbe fatto per le nazioni in cui la connessione c’è, ma il governo oscura certi contenuti per ragioni politiche o religiose.

Bisogna considerare la rete come un bene pubblico. Internet non permette unicamente di ottimizzare i costi dell’industria, dei servizi e del commercio; non è solo un luogo di incontro. È il mezzo principale sul quale oggi viaggia l’informazione, una vera arma di educazione politica e sociale.

dotmug

"C’è una sola cosa orribile al mondo, un solo peccato imperdonabile: la noia". Oscar Wilde. Dalla redazione di Dotmug non ci annoiamo di certo. Sempre alla ricerca di notizie, condiviamo, twittiamo, instagrammiamo in costante connessione con il mondo digital.

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