TrendsSMW Milan food & wine: ma siamo troppo italocentrici?

Giulia Baroni8 anni ago9 min

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Abbiamo visto come questa edizione della Social Media Week di Milano ospiti una serie di panels dedicati al mondo del food & wine. Due le discussioni giovedì mattina: “Social Eating: il cibo è ancora e sempre convivialità?” e “Come la promozione locale aiuta la scoperta dei prodotti territoriali”. Due momenti di incontro che hanno messo in luce quanto il cibo sia ormai essenziale e come tutto ciò che lo riguarda, online e offline, sia legato a tre principi: sostenibilità, digital e promozione locale.

  • Sostenibilità ambientale che si trasforma anche in sostenibilità culturale ed economica. Il turismo gastronomico è il più sostenibile, anche economicamente parlando perché è il più ricco.
  • Digital, che influenza il turismo gastronomico nei nostri giorni, poiché senza una strategia di digital marketing e branding sia un prodotto che un territorio rimangono nell’ombra.
  • Promozione, soprattutto quella locale che aiuta la scoperta dei prodotti, e viceversa. Spesso sono i prodotti che sponsorizzano la territorialità. Esempi? Barolo, Parmiggiano Reggiano, le ciliegie di Vignola, il prosciutto di Parma…i prodotti sono associati ad un luogo. E per conoscerli bisogna viaggiare.

SOCIAL EATING: VIZEAT E POTLUCK

“Indovina chi viene a cena?” perfetti sconosciuti. Si può riassumere così il motto di VizEat, piattaforma di social eating. Chi viaggia sa bene che conoscere un paese significa anche e soprattutto conoscere e provare la gastronomia. E non esiste miglior modo per farlo se non andare a casa di qualcuno che nella città ci vive, che ne conosce tradizioni e cultura. Un’idea semplice: “aprire le porte di casa ad ospiti di passaggio, per chiacchierare e conoscersi offline di fronte ad un piatto ricco di tradizioni locali“.

PotLuck è simile. Un nuovo concetto di community gathering e social eating, dove le persone si incontrano per creare, insieme ad esperti di design, fotografia, wine e arte culinaria, la propria tavola e la propria cena.

“Cose semplici che possano rilassare le persone, che le stesse persone possano poi riportare a casa e riprodurlo”, così lo definisce Sibilla Milani, parte attiva del PotLuck team.

“Si conoscono persone, si condividono passioni e si creano nuove opportunità. Una vera sharing economy che produce un reddito vero”. Due esempi i cui dati riportano qualcosa di, purtroppo, prevedibile: siamo poco disposti a conoscere quello che differisce dalle nostre tradizioni, forse perché convinti che non ci sia niente di meglio dello stivale al mondo. Quando invece si parla di aprire le porte di casa per far conoscere agli altri le nostre tradizioni siamo i primi, perché siamo italiani, what else?

MILANO: FOOD ONLINE E OFFLINE

Base Milano

Ma forse parlare di Italia è troppo, perché quello che è stato messo in evidenza è che l’Italia è qualcosa, Milano un’altra. E se è pur vero che organizzare e fare startup a Milano è più semplice come dimostrano i dati, allora si può dire che noi, italiani o milanesi orgogliosi, siamo parte di un mondo che ogni giorno è sempre più connesso. Online e offline. Perché il passo è chiaro, va bene essere amici su Facebook, apprezzare foto su Instagram o uno scambio di battute su Twitter, ma mettersi a tavola e condividere parole e portate è tutto un altro discorso. E mentre stamattina ascoltavo un susseguirsi di interventi, pensavo: come si può essere italocentrici e/o milanocentrici se stiamo parlando di cene a Parigi tra tedeschi, indiani e argentini?! Come possiamo esserlo dato che, con il passaggio obbligato che sta avvenendo tra online e offline, la realtà che troviamo davanti non è altro che una commistione di generi e persone che interagiscono? Forse Milano sarà anche più cosmopolita, ma io da questa Social Media Week, da questo evento internazionale, mi aspettavo qualcosa di meno volto a salvar la patria, e più atto a far diventare il Belpaese una startup proiettata verso un mercato sempre più meravigliosamente internazionale. Ovviamente, partendo dal cibo.

Giulia Baroni

Vivo in una nube, non solo come scelta digitale ma anche come scelta di vita. A volte torno sulla terra e adoro realizzare che viviamo in un mondo globalizzato, ecco perché sono sempre curiosa e pronta ad imparare da culture differenti. Vivi per imparare ed impara per vivere.

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