TrendsL’intervista ad Elly Shlein su Vogue, e adesso tutti a chiedersi chi è l’armocromista

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Ancora una volta il dibattito culturale e politico del BelPaese si infiamma. Dopo che i media sono stati dominati dalla campagna del Ministero del Turismo con una Venere influencer di discutibile valore, oggi a infiammare gli animi ci pensa la Shlein.

Proprio lei, la donna che ha ridato vita al Pd, dominando le ultime elezioni del partito, ha sconvolto sia il mondo di destra che di sinistra, parlando di immagine.

La donna esponente del PD, quindi automaticamente nella mente del popolo, posizionata come “fuori moda” e “contro il sistema”, ha osato dire che sceglie strategicamente come vestirsi, quali colori utilizzare, in modo da valorizzare la sua comunicazione e contestualizzarla. Ovvero si avvale della consulenza di un’“armocromista”.

L’intervista alla Schlein su Vogue

Ma andiamo per ordine. L’intervista che la deputata ha rilasciato a Vogue, uscirà in edicola il 3 maggio, ma è stata anticipata sul sito in occasione della Festa della Liberazione. Una narrazione ingaggiante quella di Federico Chiara, capace di esplorare una figura così carismatica nella sua complessità e nelle diverse sfaccettature. Si parla di cinema, musica, oltre ovviamente ai numerosi impegni politici. Di sicuro una modalità insolita nel giornalismo italiano, quella di indagare andando oltre i topics politici. Sembra così strano; eppure, cosa c’è di più interessante che svelare un personaggio, raccontandone anche interessi e gusti. Forse sono la sola a pensare che il carisma di una persona passi anche attraverso lo sguardo che ha sul mondo e sulla creatività.

Dalle Serie tv al cinema, da Stranger Things a Tarantino.

Ecco che il racconto si evolve e si trasforma in maniera così fluida, si passa da serie tv come Stranger Things e The Crown al cinema coreano di Kim Ki Duk. Fino alla musica dei Radiohead, passando per il cinema di Tarantino. Una narrazione ipertestuale, ricca di spunti e rimandi, che aiutano il lettore a comprendere la donna che si è fatta portavoce di un messaggio politico, con uno sguardo unico e attento alla contemporaneità. Una narrazione che alleggerisce ma non devalorizza. Al contrario, cresce il bisogno poi di comprendere come tutto questo abbia influito sui valori politici della rappresentante del PD. Non solo l’arte ma anche la politica può essere fonte di ispirazione: da attiviste come Greta Thunberg a Marielle Franco, fino alla rappresentante Alexandria Ocasio-Cortez. Quest’ultima fece notizia a livello internazionale, quando al Met Gala di New York nel settembre 2021, indossò un abito bianco con la scritta “Tax the Rich”.

Un racconto contaminato e incalzante dove la Shlein parla con la stessa intensità dei suoi gusti musicali così come dei valori politici. Noto il suo impegno per estendere le tutele attualmente negate al mondo LGBTQ+, oltre che il suo profondo credo nella partecipazione:“È la non-solitudine che ti dà quella speranza e quella fiducia, è il condividere un’idea che ti aiuta a trasmetterla.”

Cos’è il “power dressing”?

Quindi come si arriva alla domanda sul “power dressing”? Nella maniera più naturale possibile. Come quando Barack Obama, in un’intervista rilasciata a Michael Lewis per Vanity Fair, ha spiegato perché da presidente indossa solo abiti grigi o blu. “Sto cercando di ridurre le decisioni”, ha detto. “Non voglio prendere decisioni su ciò che mangio o indosso”. Esattamente con la stessa naturalezza Elly Shlein ha raccontato che si avvale della consulenza di un’armocromista. Ovviamente si è scatenato il web prima di tutto nel cercare di capire chi è un’armocromista e poi quanto guadagna. C’è chi parla di 300-400 euro l’ora e poi l’inaccettabile possibilità che si debba pagare un professionista per curare la propria immagine.

Le dichiarazioni di Enrica Chiccio, l’ermacromista in questione, hanno poi peggiorato la situazione, ovvero «Abbiamo sostituito l’eskimo con un trench di taglio sartoriale”», raccontando come è stato scelto l’outfit in del suo servizio fotografico per Vogue,  E ancora: «Abbiamo optato per un trench color glauco, una delicata tonalità di verde, grigio e azzurro-da molti definita salvia. Questa tinta è il risultato di un adattamento ambientale (tipico delle piante mediterranee): sposa il suo incarnato delicato e richiama il verde che nei nostri ricordi si accompagna a giornate immerse in quella natura che va protetta e custodita».

L’ironia della Lega su Twitter.

Inconcepibile vero? Come può una donna che si propone di difendere i diritti di tutti, raccontarci che deve retribuire una professionista per scegliere l’abito da indossare. Oltre a figure professionali come l’avvocato e il commercialista, dobbiamo anche pagare chi studia i nostri outfit? Non possiamo accettare che si difendano i diritti del popolo senza indossare un maglione sgualcito, il primo che hai trovato nell’armadio, e senza la retorica sul rispetto di chi non arriva a fine mese. Non poteva poi mancare l’ironia della Lega, che su Twitter commenta: “Compagni sì, ma con stile…” in cui la ‘g’ è trasformata in falce e martello rossa. Oppure il sarcasmo pungente di Dagospia “Tipica rivista del mondo operaio”.

La difesa del lavoro e delle nuove figure professionali

Se volete possiamo analizzare quanto sia importante l’immagine per i leader politici, come sia preferibile chi paga un professionista per farsi consigliare, piuttosto che chi si improvvisa esperto dei social. Oltre ad accettare che magari rispettare il lavoro altrui, anche di figure professionali che ci sembrano così distanti dal nostro quotidiano, implica fiducia e rispetto. Forse dovremmo sforzarci di pensare che la difesa del lavoro operaio per la sinistra oggi sia costretta ad evolversi. È necessario fare i conti con una società dove anche l’ermocromista piuttosto che il social media manager siano lavori di tutto rispetto e come tali meritano una degna retribuzione. Oggi dovremmo solo commentare l’intervista di Elly Shlein con un “Well done”! Finalmente qualcuno che ha il coraggio di ammettere che paga una figura professionale per comunicare nella modalità più efficace a seconda del contesto e del messaggio, anche perché crede prima di tutto nel rispetto per il lavoro di tutti, e oggi quel “tutti” necessariamente va ben oltre la figura dell’operaio e della fabbrica.

Michela Di Nuzzo

« Se scrivo ciò che sento è perché così facendo abbasso la febbre di sentire». - Fernando Pessoa Giornalista e co-founder, vivo il digital come imprenditrice e appassionata. Percepisco il cambiamento come un'opportunitá mai una minaccia. Occhi spalancati e orecchie aperte, sempre pronta alla condivisione, la chiave di ogni evoluzione.

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