DataIl mobile sta uccidendo i research institutes?

Leo Mauriello10 anni ago7 min

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[span class=”slogan”]l’avvento del #mobilemarketing rappresenta la più grande innovazione degli ultimi anni nel #marketresearch  [/span]

data Market reasearch
Secondo una survey recente di research-live.com,  nel Regno unito (il paese europeo con maggior spesa media per il Market research tradizionale), gli investimenti in ricerche di mercato nel 2013 restano invariati rispetto all’anno precedente, a fronte di una crescita degli investimenti totali in marketing del 7.3%. Tra i parziali la spesa per i canali Digital registra un +17.4%

Questa è l’era del “big data”,  dove l’ “ubiquitous computing” è ormai realtà. Mobile marketing e social media hanno generato un aumento esponenziale del numero  di interazioni e opinioni degli utenti rispetto ai prodotti e alla loro comunicazione. Di conseguenza quasi tutti i brand si sono strutturati con validi digital team, in grado di raccogliere e analizzare dati qualitativi e quantitativi attraverso complessi sistemi di CRM.  Dati che talvolta permettono di sviluppare buone previsioni sul futuro del mercato a cui si rivolgono.

Dunque la domanda è: qual è il futuro degli istituti di ricerca? Ha ancora senso investire ingenti budget per ricerche di Marketing, che spesso sono limitate sia dai campioni scelti che dalle risorse impiegate?

Mobile Marketing: il miglior data driver

Sin dagli anni ’50 gli istituti di ricerca hanno assunto il ruolo di mediatori  tra brand e consumatori, rappresentando  di fatto l’unica  possibilità di reperire dati attendibili attraverso interviste, focus group e analisi quantitativa.
Un ruolo che il mobile marketing ha definitivamente cambiato. Attualmente ad un brand basta un’app ben progettata con l’integrazione di analitycs complesse, per capire molto del suo target :

  • Engagement level
  • Conversioni (CPA, ROI)
  • Dati geo-localizzati
  • Attività CRM

Inoltre la visione che il brand ha del mercato può essere ancora più completa attraverso il matching di questi dati, con le insight derivanti dai social e dal digital advertising

Gli istituti di marketing research sono morti?

La legge non scritta del mercato dice che “quando qualcosa di nuovo appare, il vecchio non muore ma cambia”.
Questo è probabilmente ciò che sta accadendo nel caso delle tradizionali ricerche di mercato. Sicuramente la tendenza è la loro trasformazione in strumenti più complessi e organici, che mettono in gioco professionalità varie e anche esterne all’economia digitale:

  • Previsioni relative a nuovi business (le cosiddette Mistery Selling)
  • Ricerche relative a target e nicchie molto particolareggiate
  • Ricerche basate su simulazioni multimediali
  • Business intelligence

Possiamo dunque certificare la loro sopravvivenza, ma anche la necessità di ridefinire le loro fonti, i processi e gli obiettivi di mercato per cui sono preposti.
Gli strumenti e le metodologie tradizionali di questi attori del mercato rischiano infatti, se non rinnovati, di disegnare un mercato statico e immutato, che predilige la conservazione piuttosto che la sua evoluzione e dinamicità.

Come cambia il mobile marketing?

Analizzare gli istituti di ricerca ci permette di raccontare anche un nuovo scenario riguardo al mobile marketing. Fino a pochi anni fa il mobile marketing viveva di un approccio essenzialmente gadgettistico, dove la mobile app non era considerata un vero e proprio strumento di brand experience, piuttosto una sorta di mini/prize-game connesso con la comunicazione del brand.
Eppure il potenziale dei dati raccolti attraverso il mobile è enorme per complessità, tipologia e immediatezza delle fonti. Un fattore che impone una riflessione generalizzata, rispetto ai budget attualmente allocati per il mobile, le marketing research e l’intera composizione della nuova digital economy.

Leo Mauriello

I'm characterized by a great curiosity, that drives me to achieve important goals and new challenges. I'm a web and digital marketer mainly focused on digital strategy and social advertising with design, programming and digital analyst skills.

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