DataTwitter: alla ricerca di un senso per il mercato

Leo Mauriello8 anni ago8 min

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Noi di Dotmug abbiamo già analizzato e discusso numerose volte della “crisi di twitter”, ormai diventata, per ironia della sorte, argomento capace di generare trend topic e buzz. Una crisi che essenzialmente si articola in tre fasi:

  1. Il numero effettivo di utenti: non quelli iscritti che non sono pochi, ma quelli realmente attivi. Ovvero non si riesce ad arginare il fenomeno dei tanti “parked users”, utenti iscritti, ma dormienti.
  2. La capacità di monetizzare: gli investors e la borsa pressano per una nuova fase più matura, in cui il social dovrebbe finalmente generare utili.
  3. La piattaforma ADV: perennemente afflitta da performance basse, costi alti per i clienti e utili bassi per la piattaforma.

Insomma quello che è davvero in discussione non è la capacità del social di essere d’appeal e di attrarre buzz interessanti. Ciò che accade (forse per la prima volta nel mercato dei social media) è uno scollamento radicale tra utenti e modello di business.

Twitter: un senso anche per il mercato

Larry Page ai tempi dell’invenzione di Google, aveva un grosso e banale problema per attrarre investitori, ovvero identificare un meccanismo che generasse utili. Poi arrivò l’idea geniale del page rank… e tutto assunse un senso diverso per il mercato.

Facebook dopo poco più di un anno dalla sua nascita non riusciva a monetizzare, pur avendo già a disposizione una struttura di funding ben consolidata e un enorme bacino di utenti. Utenti che riusciva a interconnettere e a profilare grazie a dati sensibili e informazioni su abitudini e interessi. Poi arrivò la feature delle “brand page” (il primo esempio di social branding) e la piattaforma di ADV a essa collegata… e di nuovo tutto assunse un senso anche per il mercato.

Il vero problema di twitter è probabilmente proprio la mancanza di quell’invenzione e slancio in termini di puro business, per cui tutto assume un senso, anche per il mercato. Ormai è chiaro che sponsored trends e sponsored tweets non funzionano. Una situazione che sta generando schizofrenia strategica nel management che cambia repentinamente e nelle continue features rilasciate e a volte solo testate. Ma si sa che twitter è diverso, la sua community non sta solo a guardare… propone, discute, partecipa… agisce.

#SaveTwitter: dal New Yorker a Franz Russo

Tutto è partito dopo un articolo del «New yorker», intitolato “The end of Twitter”. Franz Russo ha pubblicato sul suo blog alcune proposte per salvare il social.  Russo ha quindi rilanciato il post proprio su Twitter e ha chiesto agli utenti di dire la loro tramite #SaveTwitter. A questo punto è scoppiato il caos. #SaveTwitter ha dato la percezione di una imminente chiusura del social. Sono fioccate le preghiere, i commenti ironici e quelli sinceramente preoccupati.

#RIPTwitter: requiem o salvataggio?

BuzzFeed ha rincarato la dose comunicando l’avvento di nuovo algoritmo per la gestione della timeline, non più ordine cronologico ma logiche legate alla rilevanza delle interazioni, un cambiamento non da poco perché farebbe somigliare e non di poco la timeline di Twitter a quella di facebook.

#miglioramotwitter la community vuole realmente cambiare?

Ma quanto #miglioriamotwitter è davvero volontà di cambiamento e quanto tentativo di conservazione?

Gli utenti sono generalmente insofferenti ai cambiamenti, pensate al buzz negativo che si genera ogni qualvolta facebook cambia una feature, un formato, un elemento grafico.

Le reazioni a caldo degli utenti spesso non sono un valido elemento da tenere in considerazione per evolvere un prodotto. In molti casi esse sono negative a prescindere, perché disorientano o perché limitano le liturgie quotidiane. Per valutare la bontà di un cambiamento è meglio affidarsi ai dati, ai beta tester e ai numeri sul medio/lungo periodo. Siamo ottimisti e confidiamo che il prossimo annuncio dell’azienda americana avrà il suo focus su strategia di business e posizionamento sul mercato.

Leo Mauriello

I'm characterized by a great curiosity, that drives me to achieve important goals and new challenges. I'm a web and digital marketer mainly focused on digital strategy and social advertising with design, programming and digital analyst skills.

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