VR & ARIl futuro della tecnologia? Investiamo nelle emozioni

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Ogni giorno in cui leggo di un progetto o un’idea innovativa, magari un impiego della tecnologia, che non avevo considerato, la mia prima reazione è quasi sempre di stupore. Ciò che mi merviglia è la concretizzazione di un concept. Se provassimo a porci una semplice domanda: “Come ci  piacerebbe fosse impiegata la tecnologia? Quando si riesce ad affermare che qualcosa è disruptive? Io risponderei subito, quando entrano in gioco le emozioni. Eppure parlare di innovazione e emozioni, è un binomio che ci lascia sempre un po’ perplessi. Quantomeno genera un senso di distacco: “Preferisco toccare, guardare, sentire”.

Va bene, posso anche essere d’accordo, ma proviamo a pensare a chi ha dei limiti e tutte queste azioni così belle e semplici, semplicemente non può farle. Ci sono persone che non possono toccare, sentire, parlare, o magari semplicemente c’è chi con il tempo ha perso queste abilità. Ed è proprio in questi casi che diventa naturale pensare alla tecnologia come una modalità per oltrepassare o quantomeno contrastare questi limiti. Parliamo di “applicazione utile”.

La Musica durante la pandemia

Se c’è qualcosa che mi salvato, o forse ci ha aiutati un pò tutti a sopravvivere al periodo COVID19, è di sicuro la musica. Suono, ritmo, colore e quel brivido lungo la schiena. Potremmo provare a descrivere per ore questa sensazione, ma la difficoltà sta nel condividerne la percezione con una persona sorda. Con chi non ha mai provato quel brivido lungo la schiena. Almeno fino ad oggi.

Avete mai sentito parlare di “Sound shirt”? La “camicia del suono”, un indumento che aiuta i sordi ad ascoltare la musica. Attenzione non fa miracoli, ma di sicuro regala una sensazione unica e sconosciuta a molte persone. Quella vibrazione sulla pelle, quel famoso brivido lungo la schiena, che di sicuro abbiamo provato almeno una volta ascoltando musica. Grazie a 30 sensori nascosti nella stoffa della camicia, che si attivano all’esecuzione di un brano musicale, producendo vibrazione, è possibile percepire il brivido lungo la schiena. L’azienda che l’ha realizzata, Cute Circuit, spiega come funziona: “I violini di un brano musicale si possono sentire sulle braccia, mentre la batteria viene riprodotta come vibrazioni lungo la schiena, producendo un’esperienza immersiva per un’audience sorda”.

La tecnologia che amplifica il tatto

Oltre al suono anche il tatto è una componente essenziale nella nostra conoscenza e scoperta della realtà. Il tocco è importante, anche perché spesso determina le nostre decisioni in termini di acquisti, di selezione e percezione emotiva. Weart technology (Wearable Robotic Technology) è una soluzione che incentiva la percezione tattile, amplificando le emozioni che proviamo nel vivere un’esperienza in VR e AR.  Come funziona? Un anello che trasmette la sensazione del tatto da una persona all’altra, anche a distanza, o semplicemente la ricrea incrementandone la percezione sensoriale.

Certo per il momento pensiamo a queste soluzioni come sperimentali, magari troppo costose o comunque lontane da un impiego quotidiano. Se invece consideriamo questi esperimenti come una grande occasione, un passo in più per avvicinarci alle emozioni e renderle più accessibili. Un pensiero che in questo momento storico fa bene al cuore. Oggi che ciò che più ci manca è la sensazione di un abbraccio, potremmo davvero ricominciare a pensare alla tecnologia e alla sua applicazione utile nella nostra vita, per migliorare il nostro conivolgimento emotivo e apprezzarne ancor di più il valore.

 

Michela Di Nuzzo

« Se scrivo ciò che sento è perché così facendo abbasso la febbre di sentire». - Fernando Pessoa Giornalista e co-founder, vivo il digital come imprenditrice e appassionata. Percepisco il cambiamento come un'opportunitá mai una minaccia. Occhi spalancati e orecchie aperte, sempre pronta alla condivisione, la chiave di ogni evoluzione.

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