VR & ARCome le tecnologie immersive stanno rivoluzionando il settore dell’automotive

Leo Mauriello5 anni ago14 min

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Come realizzare un prodotto VR per l’Automotive?

Concept development: studio sugli obiettivi e finalità dell’experience

3d Modeling / 3d Art: creazione dell’ambiente virtuale del rendering dell’auto e strutturazione della VR UX

App development and creation of content: Inizia lo sviluppo software

App prototyping: un prototipo Beta per il testing

Come realizzare un prodotto VR per l’Automotive?

Testing & QA: testare, testare e ancora testare. È la chiave del successo. Ricorda, l’experience funziona solo se non è una faccenda per NERD.

Release: correggere il prodotto dopo la fase di testing e scegliere la piattaforma di distribuzione.

Mesaurement: Misurare sempre! Dati statistiche…. anche con l’ausilio di tool ad hoc. La chiave per capire il successo dell’experience.

Ecosystem: inserire l’experience in una logica di ecosistema… con reward, fidelizzazione e strategia globale.

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    Dovendo identificare i settori industriali che negli ultimi anni hanno subito le trasformazioni più profonde, sicuramente all’Automotive spetta un posto di diritto.  Si tratta di un comparto industriale, che da più di un decennio, subisce spinte al cambiamento da più fronti: sociali, economici e tecnologici. Vediamone i principali:

    • Comportamentali: l’incremento demografico e l’avvento delle smart cities limita l’uso individuale delle auto, verso forme collettive (car pooling, car sharing in primis)
    • Ambientali: l’auto tende ad adottare tecnologie green, modificando le parole chiave del marketing e adottando un nuovo concetto di “prestazione” … non esclusivamente su strada
    • Tecnologiche: non solo elettronica, 4.0, media center e sensoristica… ma anche auto elettrica, ibrida e addirittura selfdriving-car
    • Nuovi player: Google e Apple stanno investendo nella selfdriving car e anche Amazon sembra orientata a inserirsi nel mercato. I marchi tradizionali dunque si concentrano in gruppi di produzione più grandi (Fiat- Chrysler, GM…..), con l’obiettivo di investire maggiormente in ricerca

    Il nuovo ruolo dei Car Store: il momento dell’acquisto

    La necessità di acquistare un’auto è meno forte di qualche decennio fa e quindi i margini delle vendite diminuiscono, come evidenzia chiaramente una ricerca di Statista relativa al mercato negli States. Eppure, il consumatore non è meno esigente, anzi.  È più informato, consapevole, critico, ed ha le idee chiare su cosa comprerà. L’automobile oggi si compra prima di arrivare in store. E questo non vuol dire che lo store conti meno. Semplicemente la sua CTA è più aggressiva, e l’obiettivo diventa la pura chiusura del deal.  Dunque se una volta il “concessionario” era il posto dove l’utente valutava e si informava, oggi è il luogo della conferma finale, dove convertire l’interesse concreto in trattativa commerciale. Quell’interesse che Realtà virtuale e aumentata hanno contribuito a far crescere nella fase di pre-acquisto.

    Perché le tecnologie immersive AR/VR sono il Game Changer dell’automotive?

    È necessario creare una experience forte, innovativa , che possa vincere le ultime resistenze. Insomma “test-drive” e “customizzazione” nelle sue forme più evolute. Però i test drive costano, e come già detto i margini sono minori. Dunque da un lato l’utente chiede, dall’altro i marchi hanno il problema  di rispondere con budget più bassi. In tal senso le tecnologie immersive stanno dando un nuovo impulso al marketing esperenziale collegato all’automotive.

    Esemplare in tal senso è il caso degli Audi virtual showrooms a Londra. Dove ben il 50% delle vendite è stato chiuso con l’ausilio di tecnologie VR e senza nessun supporto di test drive fisici.

    Stiamo assistendo dunque alla nascita di un’economia d’indotto molto interessante, che vede lo sviluppo di tecnologie immersive specifiche per lo store e l’automotive.

    Come si realizza un prodotto immersivo per l’Automotive?

    Innanzitutto l’esigenza, l’obiettivo, il prodotto e i punti di forza. Necessario conoscerli per il design di un’esperienza. Possiamo individuare tre macrocategorie:

    1. Comunicare la tecnologia e le performance: raccontare la tecnologia, non è facile. Soprattutto farlo in maniera empatica e coinvolgente. La VR ci aiuta, espandendo il content marketing hi-tech e creando interazioni via visore ad hoc. Esempi efficaci di questo trend sono l’holographic experience di BMW X e Mercedes VR experience.
    2. La customizzazione: Il target è esigente e ama personalizzare i propri prodotti. Ma la distribuzione può non essere così capillare e alcuni prodotti necessitano di fasi di produzioni lunghe. Inoltre i configuratori web tradizionali sembrano limitanti. È il caso di Tesla che ha risolto la problematica con un Virtual Show room, dalle tante possibilità di customizzazione.
    3. L’utilizzo inedito: alcune idee sono davvero avvenieristiche: assistenti vocali, olografici e infotainement, oppure prototipi e concept car. Servono da studio, ricerca, ma anche come attività di branding.

    Tutti gli obiettivi hanno però un’esigenza in comune. Portare gente in store. La realtà virtuale è un ottimo elemento attrattivo, perché consente di vivere qualcosa di unico e perfetto all’interno dello store. Certamente è possibile avere un’anticipazione dell’emozione unica che si potrà vivere nel punto vendita, con l’integrazione di AR, ad esempio attraverso un gadget, un cardboard, che cattura l’attenzione del cliente, spingendolo ad andare nel punto vendita per vivere a pieno la propria esperienza.

    Leo Mauriello

    I'm characterized by a great curiosity, that drives me to achieve important goals and new challenges. I'm a web and digital marketer mainly focused on digital strategy and social advertising with design, programming and digital analyst skills.

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