VR & ARL’evoluzione del chatbot, un virtual sommelier che ti consiglia il vino giusto

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Innovare vuol dire ascoltare i bisogni sociali e offrire un responso diverso, ovvero una soluzione che replichi magari a quel bisogno, da sempre esistente, in una modalità completamente nuova.

 

Ogni volta in cui si decide di parlare di innovazione, inevitabilmente si fa riferimento a qualcosa che rompe o quantomeno mette in crisi equilibri precostituiti. Anche se non è detto sia sempre così. Spesso basta semplicemente ascoltare ciò che è già presente nelle nostre azioni, così come nel contesto sociale in cui viviamo. Ho sempre pensato che essere imprenditore comprendesse uno sforzo maggiore del lavoro quotidiano, come la capacità di proiettarsi oltre e di accettare anche la scarsa comprensione da parte della collettività.

Michela Di Nuzzo Leo Mauriello - Founder Dotfarm
Michela Di Nuzzo Leo Mauriello – Founder Dotfarm

Il Contesto – Covid-19

Il momento storico che stiamo vivendo ha messo in crisi ogni nostra certezza in ambito lavorativo, personale e forse anche in una dimensione intima. Ogni tipo di condivisione è preclusa, sembriamo obbligati a concentrarci su un individualismo sociale, che però in questo caso, punta alla collettività non all’esclusione. Dovremmo ripartire da noi stessi per ridare vita alla dimensione partecipativa. Proprio in questo periodo forse è il caso che sia la tecnologia a dare delle risposte. Innovare vuol dire ascoltare i bisogni sociali e offrire un responso diverso, ovvero una soluzione che replichi magari a quel bisogno, da sempre esistente, in una modalità completamente nuova. In questo anno segnato dal Covid 19 ogni pensiero che maturiamo sembra banale, perché si scontra sempre con un’esigenza concreta: le aziende devono capire come rimanere in piedi. Io invece ho preferito invertire la prospettiva, provando ad analizzare il mercato, a immaginare soluzioni adottabili in un periodo lungo, non solo legate all’emergenza. Se pensiamo che è diventato difficile incontrarsi, partecipare ad eventi, confrontarsi, allora mi sono detta bisogna pensare una soluzione che sia tecnologica e allo stesso tempo umana. Che ci restituisca almeno l’illusione del contatto. Un prodotto che punti alla dimensione antropica.

Il settore Food & Beverage

Più di altri settori quello del Food & Beverage ha, da un lato visto l’incremento delle vendite online, e dall’altro l’eliminazione di tutti gli eventi di settore, show cooking, fiere, occasioni di degustazione e confronto. Un ambito che in parte aveva già iniziato la sua trasformazione tecnologica, se pensiamo a virtual tour, etichette parlanti e tool in AR, ma che ha comunque sempre faticato a digitalizzarsi. È arduo scardinare la convinzione che la tecnologia, se non al massimo nella parte blockchain e tracciabilità, possa inficiare valori come tradizione, storia, territorio Come se anche il concetto stesso di Made in Italy non avesse bisogno di un supporto tecnologico per incrementare visibilità e engagement. In questo periodo al contrario molti imprenditori agricoli hanno dovuto fare i conti con un contesto sociale ed economico completamente mutato, in cui è diventato difficile proporre e vendere il proprio prodotto, senza avere quantomeno una presenza online. O perlomeno avvicinarsi a strumenti e modalità, che prima erano completamente ignorati. Per questo abbiamo pensato ad un startup vertical all’interno di Dotfarm, completamente declinata su concept e sviluppo di prodotti in VR e AR dedicati al mondo del Food & Beverage.

Value proposition

In questo gap creato dalla situazione economica e sociale che stiamo vivendo, è ancora più importante sperimentare. Iniziare un dialogo virtuale, che possa avvicinare le aziende ai consumatori, privilegiando la dimensione umana. Per questo abbiamo deciso di realizzare un prodotto, che agevolasse una comunicazione diretta, favorendo l’interazione e lo scambio. Se potessimo avere un consulente esperto a casa, qualcuno che ci consiglia cosa bere e mangiare anche sulla base delle nostre esigenze, credo nessuno lo rifiuterebbe. Un esperto o un semplice consulente, un avatar 3D con sembianze umane che ci pone delle domande e a cui rispondiamo con i nostri bisogni. Sarebbe un grande vantaggio. Il nostro sommelier virtuale è un tool conversazionale in AR (declinabile anche per la parte food), che suggerisce prodotti sulla base di situazioni e stati d’animo. Il software, distribuito con modello SaaS, permette di acquisire dati comportamentali grazie all’integrazione di AI e Machine Learning.

Un sommelier virtuale, come funziona

Ci piace definirlo: L’Alexa del Food & Beverage, un esperto che dialoga, risponde alle domande e propone soluzioni legate a momento, necessità e stato d’animo. La tecnologia AR fa una scansione dell’ambiente in 3D e sovrappone il virtual assistant all’ambiente grazie alla fotocamera. Dall’ascolto poi l’esperto condivide delle proposte, una lista di prodotti, selezionati e aggregati a seconda del profilo dell’utente. Una dimensione inedita che punta alla personalizzazione della proposta. Come riusciamo a fare questo? Grazie ai BIG DATA. Elemento necessario per trasformare l’intero comparto, che grazie ai dati relativi a gusto, momento, sensazione, emozione, riesce ad entrare in relazione con il consumatore, in una modalità assolutamente inesplorata.

Il mercato

Con l’obiettivo di incentivare la digital transformation, i mercati interessati dai prodotti innovativi lanciati da Argo sono diversi: vendita di vino ed alcolici online, food delivery, big data e smart assistant + AR. Il nostro tool in AR è declinato anche per la parte FOOD, dove un virtual chef suggerisce come abbinare piatti e ingredienti a bevande. Come descritto sopra, il lancio di Argo è in timing perfetto con la diffusione delle tecnologie smart assistant. L’AR è un’evoluzione ancor più efficace, in quanto supporta l’assistenza vocale con una virtualizzazione del momento d’acquisto. Se pensiamo che Il mercato SMART ASSISTANT varrà 15.6bil, riusciamo ad avere un’idea concreta della potenzialità di diffusione del nostro prodotto.

Perché adesso…

In questo momento storico per le aziende è fondamentale condividere un messaggio di innovazione oltre che di engagement. ARGO è l’evoluzione del chatbot, grazie all’integrazione di AR, AI e BIG DATA. Il customer care necessita un’evoluzione, bisogna entrare in contatto diretto con il consumatore, nel momento esatto in cui lo richiede, offrendo consigli real-time. Uno sviluppo del dialogo con il consumatore, che punta su una dinamica interattiva e consulenziale, senza più filtri. Il suo utilizzo garantisce una conoscenza approfondita dei consumatori e offre l’opportunità di realizzare soluzioni ad hoc. Proprio questo è il punto: l’occasione di avere un consulente virtuale che dialoga in maniera diretta e coinvolgente con un consumatore sempre più esigente e incline a forme di comunicazione immersive e a dinamiche gaming.

Virtual Sommelier Banner - Dotfarm

Michela Di Nuzzo

« Se scrivo ciò che sento è perché così facendo abbasso la febbre di sentire». - Fernando Pessoa Giornalista e co-founder, vivo il digital come imprenditrice e appassionata. Percepisco il cambiamento come un'opportunitá mai una minaccia. Occhi spalancati e orecchie aperte, sempre pronta alla condivisione, la chiave di ogni evoluzione.

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