AppEconomiaCome funziona il riconoscimento facciale: la rivoluzione nel mondo dei pagamenti

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Con il lancio del nuovo Iphone X tutti parlano ormai della tecnologia che permette il riconoscimento facciale. Tanti colossi stanno investendo sulle sue potenzialità e opportunità future, dal mondo della security, ai pagamenti, ai viaggi.

Come funziona la tecnologia

Il riconoscimento facciale si basa su una serie di algoritmi. Il software individua l’esistenza di un volto all’interno dell’inquadratura, dopo di che, fa una selezione in base all’età e ai tratti somatici. Per migliorare la sua affidabilità i ricercatori si sono affidati a dati demografici: un software che contiene statistiche anagrafiche, razziali e di genere, offrirà certamente prestazioni migliori.

La domanda da un milione di dollari è: funziona? Il magazine Wired ha assoldato i migliori artisti di Hollywood per creare maschere di silicone che ingannassero gli iPhone X. Hanno fallito tutti. Il risultato sorprendente dimostra quanto ormai questa tecnologia sia evoluta.

Polizia e ospedali: il facial recognition nel quotidiano

Nell’ambito diagnostico, i medici hanno già iniziato a usare il riconoscimento facciale per individuare rare malattie genetiche; con l’evoluzione della tecnologia si spera che siano un giorno in grado di identificare anche condizioni più comuni, come l’autismo. Negli Stati Uniti, un dipartimento di polizia su quattro è dotato di questa tecnologia. Immaginiamola utilizzata nella ricerca di persone scomparse. Durante lo scorso Remembrance Sunday — il 99esimo anniversario della fine della prima guerra mondiale — l’Intelligence britannica ha fatto ricorso a videocamere automatizzate per il riconoscimento facciale di eventuali terroristi.

“Smile to pay” di Alibaba: per pagare basta un sorriso

 Nella città cinese di Hangzhou, il colosso Alibaba ha ridefinito il concetto di happy meal. Per lanciare questa novità sul mercato del Dragone, Jack Ma ha stretto un’alleanza con la catena di fast-food KFC. Il frutto di questa alleanza è un servizio che permette al cliente di pagare il conto senza mettere mano al portafoglio: è sufficiente piazzare il proprio ordine in uno degli schermi self-service, e una videocamera abilitata al riconoscimento facciale 3D verificherà l’identità dell’acquirente. La tecnologia, però, sarà disponibile solo per gli utenti registrati all’app Alipay, la piattaforma per i pagamenti online e mobile di Alibaba. 
Il presidente di Yum China (di cui KFC è una subsidiary company), sostiene che il concept dello store è indirizzato ai “customers giovani e digitali, più inclini ad abbracciare innovazioni e nuove idee”. Inoltre, la fitta rete di video sorveglianza collegata al riconoscimento facciale, è  un’ottima difesa contro i furti.

KFC di Pechino ordina per te, anticipa i tuoi gusti

Un software di riconoscimento facciale per anticipare i gusti del cliente e cosa vorrebbe ordinare. È ciò su cui sta sperimentando KFC insieme a Baidu, il Google cinese. Il programma si basa sulle caratteristiche del consumatore  (l’età, il genere, le fattezze — ma anche l’umore) e soprattutto cosa mangia. Il computer memorizza l’ultimo pasto dell’utente, e poi è in grado di suggerire menu simili o comunque che si avvicinano alle sue preferenze.

Amazon Go e Whole Foods: perché rivoluzioneranno il modo di fare la spesa

Il piano Amazon Go ha l’ambizioso obiettivo di trasformare l’esperienza di acquisto eliminando le file alla cassa e facendo risparmiare tempo ai clienti. Il sistema, infatti, permette all’acquirente di fare la spesa e di uscire liberamente dal negozio — grazie al riconoscimento facciale è possibile l’addebito automatico sulla sua carta di credito. Jeff Bezos, che qualche mese fa ha acquistato i supermercati Whole Foods, ha tratteggiato il piano Amazon Go: aprire centinaia di supermercati a livello globale. Per ora, a Seattle si cercherà di mettere a punto la tecnologia, eliminando le problematicità riscontrate: riconoscimento facciale di persone che si muovono in gruppo, a quale componente della coppia addebitare il conto, identificare un bambino che mangia qualcosa all’interno del negozio.

Il concorrente Alibaba ha già lanciato uno store con questo concept (privo di casse, personale, e automatizzato): il Tao Cafè. Anche in questo caso, i prodotti acquistati vengono direttamente scalati dalla carta di credito collegata alla app Alipay. L’entrata e l’uscita dal superstore, invece, sono subordinati al controllo dello smartphone e al riconoscimento facciale.

Yoti, il riconoscimento facciale per i supermercati

La start-up Yoti è stata fondata dagli imprenditori Robin Tombs e Noel Hayden e vanta già 180 dipendenti. Il riconoscimento facciale da loro ideato si caratterizza per velocità e precisione, e proprio questa combinazione ha portato una collaborazione con NCR, la più importante produttrice di casse automatiche al mondo. Qualche giorno fa il Telegraph ha annunciato che Yoti debutterà per la prima volta in due supermercati dei più grandi supermercati UK, i nomi non sono stati ancora rivelati. Il sistema prevede che il cliente si sia preventivamente registrato sulla app di Yoti, abbia scattato un selfie del proprio volto e scannerizzato il proprio passaporto o la patente di guida. L’introduzione del riconoscimento snellirebbe non soltanto la fila, ma anche il lavoro dei dipendenti: non dovranno più controllare l’età del cliente ogni qualvolta qualcuno comprasse una birra.

Sarà possibile viaggiare senza passaporto?

Gli smart gates dell’aeroporto di Dubai sembrano poter definitivamente rivoluzionare il modo di viaggiare come tradizionalmente concepito — con il passaporto. A Dubai avevano già introdotto i gate elettronici per i passeggeri, ma una novità più importante è stata annunciata da poco: un tunnel dotato di riconoscimento facciale. Attraversato questo passaggio, il passeggero sarà accolto con l’”have a nice trip” di una voce automatica. Il progetto è realizzato grazie alla partnership con la Emirates e apre uno spiraglio verso un futuro senza più documenti cartacei.

 

Nadeesha Dilshani Uyangoda

Editor freelance, blogger, attivista, studentessa. Lettrice ossessiva e scrittrice compulsiva. Italiana per cultura, srilankese per eredità — sempre a metà tra due mondi. Millennial che preferisce la carta, ma si adegua al digitale per paura dell’estinzione.

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